Seleziona una pagina

Le 4 proposte di sintesi + 1

Le proposte che seguono sono il risultato di un processo di sintesi collettiva condotto a partire dalle 15 proposte originali elaborate nei tavoli di lavoro di QELMT 2025.

Per arrivare a questa sintesi, le idee sono state inizialmente raggruppate in aree tematiche affini, mettendo insieme quelle che affrontavano problemi simili o proponevano strumenti comparabili. Su questa base sono state formulate delle proposte unificate, che sono poi state ripresentate ai gruppi originari con l’obiettivo di verificare se potevano rappresentare tutti i gruppi e, dove necessario, lavorare ancora insieme per affinare e rafforzare la convergenza.

Il risultato è una serie di quattro proposte di sintesi, a cui si aggiunge una quinta proposta elaborata dal gruppo dei facilitatori. Che, pur nella loro chiarezza e coerenza, non esauriscono la ricchezza delle 15 idee di partenza. Nelle schede originali si possono infatti ritrovare elementi ulteriori, prospettive differenti e chiavi di lettura complementari, che restano parte integrante del patrimonio prodotto dal laboratorio.

Tutte le proposte, sia quelle originali che quelle di sintesi, sono a libero utilizzo dei partecipanti: chi ha preso parte al percorso, in quanto co-autore, può farne uso all’interno della propria organizzazione, rilanciarle, adattarle o svilupparle come ritiene.

Indice delle proposte per la navigazione

Clicca sul titolo per navigare all’interno della scheda progetto completa.

> Piano Sicilia Studio

Verticalità: Diritto allo studio, vita universitaria dignitosa
Descrizione: Una strategia regionale integrata per riconoscere e garantire il diritto allo studio
Azioni chiave: Tessera unica per trasporti, cultura e servizi + housing cooperativo
Messaggio politico: Restare non deve costare. La Sicilia garantisce il diritto allo studio come altrove.

> Piano Sicilia Lavoro

Verticalità: Occupazione
Descrizione: Una Legge regionale sull’occupazione giovanile
Azioni chiave: Legge regionale + obbligo di assunzione dopo stage
Messaggio politico: Se ti formi, devi avere una possibilità reale.

> Futuro in Sicilia

Verticalità: Accesso all’informazione e orientamento
Descrizione: Il punto unico per scoprire e usare tutte le opportunità per restare o tornare
Azioni chiave: Piattaforma online + sportelli + storytelling del ritorno
Messaggio politico: Se non conosci le opportunità, è come se non esistessero.

> Polo Siciliano di Innovazione Territoriale

Verticalità: Ricerca applicata e innovazione territoriale
Descrizione: Polo Siciliano di Ricerca che Resta, con sede diffusa nei principali atenei e radici nei territori
Azioni chiave: Laboratori territoriali di ricercazione + consorzi transdisciplinari
Messaggio politico: Ricerca che Resta

> Grand Tour

Verticalità: 
Descrizione: 
Azioni chiave:
Messaggio politico: Mobilità che genera restanza

#1 Piano Sicilia Studio

Restare non deve costare.

Problema: In Sicilia studiare costa di più, offre meno, e isola di più. Il diritto allo studio è compromesso da disuguaglianze territoriali strutturali: trasporti inadeguati, alloggi scarsi e costosi, servizi culturali e di orientamento frammentati e/o non sufficienti. Questo scoraggia la permanenza e spinge ogni anno migliaia di giovani ad andarsene, con costi sociali e economici altissimi per tutta la regione.

Dati ed evidenze a supporto:

  • 1 studente su 3 sceglie di emigrare per frequentare l’università (MIUR).
  • La Sicilia perde ogni anno oltre 500 milioni di euro per spese universitarie sostenute da studenti fuori regione (SVIMEZ, 2021).
  • Meno del 10% degli studenti ha accesso a residenze universitarie.
  • Le esperienze europee (Vienna, Bruxelles) dimostrano che integrare trasporti, cultura e alloggio migliora attrattività e permanenza universitaria.

Descrizione della proposta:

Il Piano Sicilia Studio è una strategia regionale integrata per riconoscere e garantire il diritto allo studio a chi nasce e vive in Sicilia. Prevede l’approvazione di una Legge quadro regionale e l’attivazione di una serie di misure concrete e coordinate:

  1. Carta Studente Sicilia: tessera digitale per accesso a: trasporti pubblici regionali e privati a 50€/anno; cultura gratuita o scontata (cinema, musei, teatri, festival); servizi digitali unificati (borse, alloggi, bandi, ERSU, orientamento)
  2. Housing Cooperativo Studentesco: creazione di 5.000 posti letto entro il 2030; recupero di immobili pubblici con gestione affidata a cooperative studentesche e Terzo Settore (possibili impieghi per studentə); canoni calmierati (150–250€/mese); riuso di immobili pubblici; destinazione di una parte di questi all’abitare fluido
  3. Abitare Fluido Sicilia: una rete di alloggi condivisi che collega centri storici, aree rurali e coste, permettendo ai giovani di vivere fluidamente tra città come Palermo/Catania per il lavoro e piccoli centri dell’entroterra per il benessere, attraverso progetti collaborativi che valorizzano il patrimonio abitativo esistente e creano comunità intergenerazionali.
  4. Erasmus interno siciliano + multi-iscrizione: ogni studente può frequentare corsi in più atenei siciliani su temi specifici (es. sviluppo sostenibile, politiche pubbliche, innovazione rurale).

Poiché si tratterebbe di una strategia pluriennale, ci si immagina una realizzazione in fasi che prevedano anche il coinvolgimento dei territori e delle comunità che li abitano.

Governance: Tavolo permanente di coordinamento e valutazione di impatto costituito da Università, associazioni studentesche e soggetti pubblici e privati.

Finanziamenti: Fondo permanente per l’equità territoriale nello studio, alimentato da fondi europei (PNRR, FSE+), cofinanziamento regionale e partnership pubblico-private.

Cosa cambierebbe nella vita di tutte e tutti noi? Il Piano garantirebbe pari accesso ai servizi fondamentali della vita universitaria regionale, rendendo la scelta di restare desiderabile, sostenibile e dignitosa. Gli studenti e le studentesse non sarebbero più penalizzati/e per il solo fatto di vivere in Sicilia. Questo contribuirebbe a ridurre le disuguaglianze economiche, oltre che territoriali, e favorirebbe la creazione di comunità locali forti. Dunque, sostanza oltre la forma, perchè solamente in questo modo diventerà concreto il diritto di restare nella nostra regione.

Indicatori: aumento iscrizioni negli atenei siciliani, riduzione emigrazione universitaria, numero di studenti in housing cooperativo, utilizzo della carta e dei servizi associati.

Chi può fare la differenza?

  • Regione Siciliana: capofila, gestione della Carta e del finanziamento iniziale.
  • Università e ERSU: gestione dati, collaborazione sui servizi, borse.
  • Comuni: messa a disposizione immobili e collaborazione sull’housing.
  • Cooperative studentesche e Terzo Settore: gestione residenze.
  • Aziende trasporto e cultura: convenzioni operative.

Come si lega al tema del diritto a restare? Rendere organici, universali e accessibili gli elementi costitutivi dell’accesso universitario – oltre all’offerta formativa – aiuterebbe l’utilizzo, la fruizione e la scelta delle università locali. Questo Piano trasforma la restanza da sacrificio a scelta abilitata e abilitante. Rimuove ostacoli materiali e simbolici che spingono i giovani ad andarsene (art.3 Cost). Restare non è più “accontentarsi”, ma accedere agli stessi diritti di chi nasce in altre parti del Paese. Il Piano Sicilia Studente è giustizia generazionale, sociale e ambientale, coesione territoriale, e visione di futuro.

#2 Piano Sicilia Lavoro

Se studi, devi avere un lavoro.

Problema: In Sicilia manca un sistema stabile che colleghi in modo strutturato formazione e lavoro. Gli stage sono spesso esperienze senza valore formativo né sbocchi, mentre le imprese faticano a trovare profili adeguati. Questo disallineamento contribuisce all’emigrazione giovanile e alla dispersione del capitale umano.

Dati ed evidenze a supporto:

  • Solo il 29% degli stage extracurricolari in Sicilia si trasforma in lavoro stabile (Unioncamere, 2022).
  • Il tasso di disoccupazione giovanile in Sicilia è superiore al 30%, tra i più alti d’Europa (Eurostat, 2023).
  • Il mismatch tra formazione e lavoro è riconosciuto come una delle cause principali dell’esodo post-laurea (Progetto Ma.Dre, 2024).
  • In Emilia-Romagna e Germania, meccanismi simili hanno aumentato l’occupazione giovanile qualificata e la fidelizzazione dei giovani alle imprese locali.

Descrizione della proposta:

Il Piano Sicilia Lavoro è una strategia pubblica fondata su una Legge regionale per l’occupazione giovanile, pensata per trasformare ogni percorso formativo in opportunità concreta di lavoro. Include:

  • Osservatorio indipendente del lavoro siciliano: analizza i fabbisogni occupazionali presenti e futuri delle imprese del territorio, le aspirazioni formative e professionali degli studenti, e le competenze emergenti necessarie a rispondere ai problemi e potenzialità specifici del territorio.
  • Tavolo permanente tra università, Regione, imprese, studenti e terzo settore: recepisce i dati dell’Osservatorio per attivare politiche mirate regionali + riallineare l’offerta formativa alle esigenze reali delle aziende e delle comunità locali.
  • White List delle imprese virtuose, approvata e monitorata dall’Osservatorio. Le imprese incluse accedono a punteggi premiali nei bandi regionali a sostegno delle aziende. I criteri includono:
    • attivazione di tirocini con standard minimi di qualità;
    • assunzione di giovani formati in Sicilia;
    • comportamenti etici documentati.
  • Career Day Sicilia itinerante + sportelli fisici e digitali sull’occupazione.
  • Iter semplificato per attivare tirocini.

Cosa cambierebbe nella vita di tutte e tutti noi? Gli stage diventano formativi e monitorati, legati a sbocchi occupazionali reali.

  • Gli studenti hanno accesso chiaro a un elenco di imprese affidabili.
  • Le università progettano offerta didattica collegata ai bisogni reali del territorio.
  • Le imprese che investono nei giovani sono premiate e riconosciute pubblicamente.
  • Il lavoro torna ad essere visibile, raggiungibile e possibile anche per chi resta.

Indicatori: % di stage trasformati in contratti, occupazione post-laurea in Sicilia, numero di imprese nella white list, valutazioni di efficacia delle politiche pubblicate annualmente.

Chi può fare la differenza?

  • Regione Siciliana: regia politica, approvazione della legge quadro, attivazione del tavolo e finanziamenti.
  • Università: co-progettazione di percorsi formativi coerenti con i fabbisogni.
  • Imprese e associazioni di categoria: adesione al patto, attivazione stage e contratti.
  • ERSU, centri per l’impiego, Camere di commercio: supporto operativo e dati.
  • Studenti e sindacati studenteschi: co-governance del sistema e monitoraggio.

Come si lega al tema del diritto a restare? Non puoi restare se non vedi prospettive. Questa proposta dà dignità al lavoro formativo e costruisce un sistema in cui restare conviene, perché genera occupazione concreta, stabile, e non fittizia. Restare non è solo restare a studiare: è potersi costruire un lavoro e una vita qui.

#3 Futuro in Sicilia

Se non vedi opportunità, non vuol dire che non ci siano.

Problema: In Sicilia, troppe opportunità esistono ma non si vedono: borse di studio, stage, bandi, offerte di lavoro e incentivi sono dispersi, frammentati e difficili da raggiungere. Questo fa sì che molti giovani emigrino per disinformazione o sfiducia, anche quando esistono alternative reali. E chi è andato via non trova strumenti per tornare.

Dati ed evidenze a supporto:

  • Il 36% degli studenti siciliani sceglie di immatricolarsi fuori regione (MIUR, 2023).
  • Solo il 3% di chi studia fuori torna poi a lavorare in Sicilia (SVIMEZ, 2021).
  • I giovani dichiarano di non conoscere opportunità locali (Progetto Ma.Dre, 2024).
  • In Toscana, il portale GiovaniSì ha raggiunto oltre 400.000 utenti unici in un anno.

Descrizione della proposta:

“Futuro in Sicilia” è il primo servizio pubblico regionale, gestito da ente terzo e coprogrettato con tutti gli enti che vorranno contribuire, pensato per accompagnare ogni giovane nei momenti più importanti: scegliere l’università, trovare uno stage, cercare lavoro o rientrare dopo un’esperienza fuori.
Il progetto prevede:

  • Una piattaforma digitale: con percorsi suggeriti in base agli interessi, studi e territorio.
  • Sportelli fisici negli atenei e nei comuni: orientamento, accompagnamento, supporto per compilare bandi, scegliere opportunità, affrontare dubbi.
  • Una campagna culturale e pubblica: storie di chi è rimasto o tornato, podcast, video, eventi nelle scuole e nelle città.

“È come avere un consulente gratuito, sempre aggiornato, che ti aiuta a scegliere e costruire il tuo futuro in Sicilia”

Cosa cambierebbe nella vita di tutte e tutti noi? I giovani siciliani non sarebbero più soli a decidere se partire o restare. Avrebbero davanti un panorama chiaro di possibilità, strumenti concreti e persone che li accompagnano. Le università diventerebbero più attrattive, le scelte meno casuali, i territori più vivi.

Indicatori: n. utenti registrati alla piattaforma, accessi ai servizi di sportello, % di studenti che scelgono un ateneo siciliano, % di laureati che restano o tornano entro 3 anni dal titolo.

Chi può fare la differenza?

  • Regione Siciliana: attivazione e finanziamento dell’ente.
  • Università e ERSU: sportelli fisici e accesso dati.
  • Comuni e centri per l’impiego: connessione tra università e opportunità locali.
  • Associazioni giovanili, ex studenti, media partner: produzione di contenuti, storytelling, promozione.
  • Scuole superiori: prime beneficiarie delle azioni di orientamento.

Come si lega al tema del diritto a restare? Restare non può essere una scelta cieca o una rinuncia. Con Futuro in Sicilia, ogni giovane ha accesso alla mappa delle possibilità che oggi è invisibile. Così il diritto a restare diventa un’opzione concreta, informata, realistica e non più un salto nel buio.

#4 Polo Siciliano di Innovazione Territoriale

Ricerca che Resta

Problema: Oggi in Sicilia la ricerca resta chiusa nell’università, lontana dai territori. Intanto, i territori si spopolano, i problemi si aggravano, e gli studenti emigrano. Questa proposta vuole rompere questa separazione permettendo a chi studia di restare per risolvere i problemi.

Dati ed evidenze a supporto:

  • Solo una piccola parte della ricerca universitaria siciliana è applicata ai problemi locali o connessa ad attori del territorio (ANVUR, 2022).
  • Le università siciliane non figurano tra i principali poli attrattivi di innovazione in Italia (MISE, 2023).
  • La mancanza di esperienze formative applicate è uno dei principali motivi della fuga dei giovani (Progetto Ma.Dre, 2024).
  • In Europa, modelli come i Living Labs nordici o i Pôles de compétitivité francesi hanno aumentato l’innovazione territoriale e l’occupabilità dei laureati.

Descrizione della proposta:

Creare un Polo Transdisciplinare Siciliano “Ricerca che resta” (consorzio), con sede propria e presidio diffuso nei principali atenei e radicata nei territori. Il Polo attiva ogni anno:

  • Laboratori di RicercaAzione Territoriale, co-progettati da studenti, docenti, comuni, imprese e comunità. Tem sviluppo sostenibili: acqua, energia, salute, scuola, mobilità, spazi pubblici.
  • Percorsi tematici inter-territoriali (es. salute nelle aree interne, turismo lento, agricoltura sostenibile) che uniscono atenei, enti locali e imprese.
  • Fondo per micro-borse a gruppi studenteschi che vogliono proporre progetti di ricerca sul proprio territorio.
  • Accesso a fondi europei e nazionali per la ricerca applicata, con l’ambizione di fare della Sicilia un laboratorio di innovazione sociale e sviluppo sostenibile.

Cosa cambierebbe nella vita di tutte e tutti noi? II giovani studiano qui, sperimentano qui, cambiano qui. La Sicilia non è più solo oggetto di studio: diventa laboratorio di futuro. I territori non chiedono soluzioni calate dall’alto, ma partecipano attivamente a generarle.

Indicatori: numero di laboratori attivati, studenti coinvolti, proposte di policy sviluppate, progetti finanziati a partire dal consorzio, mobilità tra atenei, co-progettazione

Chi può fare la differenza?

  • Regione Siciliana: regia strategica, sostegno normativo e finanziamento iniziale.
  • Università e centri di ricerca: attivazione laboratori, coordinamento scientifico.
  • Comuni, imprese, cooperative e associazioni: co-progettazione delle sfide.
  • Studenti e dottorandi: protagonisti attivi della ricerca sul campo.
  • MUR e Commissione Europea: integrazione con fondi e programmi europei.

Come si lega al tema del diritto a restare? Per restare, serve sentirsi utili. Questa proposta dice: “Non ti chiediamo di andartene per trovare valore. Ti diamo gli strumenti per costruirlo qui.” La restanza diventa ricerca applicata, innovazione condivisa, responsabilità collettiva.

#5 Grand Tour

Mobilità che genera restanza

Problema:

Per i giovani siciliani la mobilità è quasi sempre un viaggio senza ritorno: si parte per studiare o lavorare altrove e raramente si torna. Oggi il 60% dei laureati lascia la Sicilia entro tre anni dal titolo, e solo il 10% rientra. Così, le esperienze fuori regione – che potrebbero arricchire il territorio – diventano invece una perdita permanente di energie e competenze.

La mobilità non è vissuta come una scelta libera, ma come il prezzo da pagare per colmare le mancanze del proprio territorio. Andare via è percepito come un sacrificio necessario per crescere, mentre restare equivale a bloccare il proprio futuro. Questo sentimento rompe il legame con la Sicilia: il territorio viene visto non come una risorsa, ma come un ostacolo alla propria realizzazione.

Chi parte, di solito lo fa pensando di non tornare più; chi resta, lo fa o perché animato dal desiderio di cambiare le cose, oppure perché non ha alternative economiche e familiari ed è costretto a restare. In questo modo, la mobilità diventa non uno strumento di crescita condivisa, ma un fattore di disuguaglianza, di frattura identitaria e di spopolamento.

Dati ed evidenze a supporto:

  • Il 60% dei laureati siciliani lascia la regione entro tre anni dal titolo; solo il 10% rientra (SVIMEZ, 2023).
  • Le borse di studio in Sicilia hanno un valore medio inferiore del 30% rispetto alla media nazionale (MIUR, 2022).
  • Secondo il Progetto Ma.Dre (2024), oltre il 70% degli studenti siciliani intervistati ritiene necessario andare via per costruire un futuro lavorativo adeguato.

Descrizione della proposta:

“Vado, imparo, torno e resto” – ecco il nostro GRANTOUR: mobilità formativa che parte da noi, che forma e torna a noi. Come funziona:

  • ⁠La Regione Sicilia stanzia un budget per finanziare un n.x progetti che consistono in percorsi di studio e tirocinio fuori regione per studenti e persone neolaureati siciliani // co-progettati con due referenti (un docente di scuola superiore e uno universitario o un docente universitario e delle realtà nazionali, europee e internazionali) da sottoporre ad una Commissione valutatrice//;
  • ⁠Copertura al 100% dei costi dei viaggi e degli alloggi;
  • ⁠In cambio: impegno a tornare in Sicilia per almeno 12 mesi di esperienza per applicare le competenze acquisite in un contesto regionale attraverso progetti di start-up o di ricerca sui territori;

Cosa cambierebbe nella vita di tutte e tutti noi? Trasformare la migrazione formativa in investimento per tutta la comunità regionale. Per opporci ad una mobilità in dispersione – la vogliamo rendere reversibile e produttiva. Vogliamo trasformare il “partire” da fuga a un’esperienza di crescita da riportare a casa. Immaginate una Sicilia dove:

Indicatori: Ritorno di giovani qualificati che rafforzano il tessuto sociale ed economico, ⁠Riduzione della della fuga di cervelli, ⁠Aumento del tasso di occupazione giovanile e nascita di nuove imprese innovative, Maggiore accesso a opportunità formative di qualità, anche per chi non ha risorse economiche.

Chi può fare la differenza?

  • Regione Siciliana: programmazione, finanziamento e monitoraggio.
  • Università e scuole: co-progettazione dei percorsi.
  • Partner nazionali e internazionali: ospitalità formativa e tirociniale.
  • Terzo settore e imprese siciliane: accoglienza al rientro e valorizzazione delle competenze.

Come si lega al tema del diritto a restare? Il diritto a restare non significa obbligo di non partire, ma possibilità di scegliere. Con il Grand Tour, chi parte può sempre tornare e restare in modo dignitoso, contribuendo allo sviluppo della propria terra. Una regione che smette di essere percepita come minaccia al proprio futuro e diventa invece strumento e opportunità per costruirlo – anche quando questo richiede un periodo di distacco e lontananza – rafforza il legame con i propri giovani. In questo modo, guardare indietro non genera rancore ma restituzione, responsabilità e gratitudine, perché la propria terra viene percepita come alleata nel momento di partenza. Così aumenta la possibilità che chi è partito scelga di tornare o di contribuire comunque al futuro del territorio.