
Andare via dal Sud non è una scelta
Siamo giovani siciliani “ritrovati” (rimasti e rientrati) che attraverso lo studio e la partecipazione attiva vogliono contribuire a realizzare un futuro diverso in Sicilia
In dieci anni, il Sud ha perso mezzo milione di persone, per lo più giovani
In un territorio socialmente, economicamente e culturalmente povero, andare via non è più una scelta ma l’unica alternativa.
Occupazione
1 persona ogni 5 minuti lascia il Sud Italia per trasferirsi al Centro-Nord. Tra le principali motivazioni c’è la ricerca di lavoro.
Il 25% dei lavoratori dipendenti al Sud guadagna meno di 9€ l’ora, lordi.
Formazione
1 giovane su 3 si trasferisce al Nord subito dopo il diploma per continuare gli studi.
Il 50% degli studenti di lauree magistrali si concentrano in 5 città.
4 sono del Centro-Nord.
Servizi essenziali
Ogni anno l’Italia del sud monopolizza il fondo della classifica per la qualità della vita.
Quasi tutte le province del Sud e delle isole compaiono nelle fasce in cui la qualità della vita è valutata “Scarsa” o “Insufficiente”.
Ci impegniamo a difendere il nostro diritto a restare in Sicilia, in tre modi:
Studiamo
Come Centro Studi, portiamo avanti progetti di ricerca per poter analizzare il problema in maniera consapevole.
Sensibilizziamo
Ogni anno in estate, organizziamo un grande festival con al centro tutti i cittadini, per divulgare e diffondere coscienza del problema.
Sollecitiamo
Attraverso giornali e media, sproniamo le istituzioni per fare in modo che intervengano sul problema.
Progetti in corso 2023-2024
“Questa è la mia terra e io la difendo” 2a edizione
Torna nel 2024 la nostra grande festa, divisa in due fasi: “Costruire” e “Celebrare”.
Si discuterà insieme di probelmi e di soluzioni, con le testimonianze di persone che hanno scelto di restare e artisti che cantano le bellezze e le difficoltà della nostra terra.
UNISCITI A NOI
L’obiettivo è di studiare le cause della “fuga obbligata” per individuare aree di intervento specifiche da proporre alla cittadinanza, alle imprese e alle istituzioni ogni anno in occasione del festival “Questa è la mia Terra”.
Noi “i ritrovati”, siamo già al lavoro: ma ci serve aiuto.
Chi siamo
Un gruppo di noi “ritrovati” (rimasti e rientrati) uniti dalla voglia di invertire questa dinamica secondo cui la Sicilia, e più in generale il Sud, devono obbligatoriamente essere terra da cui fuggire, anziché terra di futuro.
Questa spinta, circa un anno fa, ci ha portato a lanciare una chiamata alle armi che ha radunato, il 23 e 24 agosto, nel nostro paese, oltre 5.000 persone per una due giorni di costruzione e celebrazione: prima tutti insieme a lavoro per capire come agire concretamente, e poi in festa, in piazza, per farci coraggio.
Ne è nato un Centro Studi, dedicato a Giuseppe Gatì, giovane casaro e attivista rimasto per amore di questa terra e morto a 22 anni vittima di incidente sul lavoro.

“Ho scelto di rimanere in Sicilia, di non andare via anche se vivere qui è duro, durissimo. La Sicilia non è bella, è bellissima, ed io voglio lottare per far sì che questa vituperata terra possa rinascere.”
Giuseppe Gatì

Per il coraggio di Giuseppe
Il nostro lavoro è dedicato a Giuseppe Gatì, un giovane coraggioso che ha lottato per il diritto di restare nella sua terra. Con il suo blog “La mia terra la difendo”, ha denunciato la cultura che favorisce la fuga e ha dato voce a coloro che vogliono rimanere e contribuire al loro territorio. A soli 22 anni, la sua vita è stata tragicamente spezzata da un incidente sul lavoro: questo festival vuole dare continuità alla sua passione e al suo sacrificio.
La nostra rete





































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